Curiosità dal Mondo del Bere

Caffè: i 10 migliori del mondo

Caffè: 10 dei migliori del mondo, di sicuro i più costosi. Alcuni si conoscono, come il Kopi Luwak, altri meno. Ecco quali sono e i prezzi


Si dice che il fattore decisivo per un caffè da veri impallinati sia la freschezza dei chicchi. Ce ne sono di buon livello e di qualità esoterica.

In pratica, sono di buon livello tutte le bevande che vediamo al supermercato. Ma con il rischio che, stazionando da tempo sugli scaffali, abbiano perso in freschezza. Qualità esoterica significa che i chicchi sono raccolti e selezionati a mano.

Crescono ad altitudini elevate per sviluppare una dolcezza naturale. Con periodi di coltivazione rallentati e lunghi per incrementare l’acidità e aggiungere aromi di solito non associati al caffè come lo conosciamo. Fragola, lampone, tè.

  1. Finca El Injerto

È la quarta generazione della famiglia Aguirre a beneficiare dell’incredibile balzo di prezzo messo a segno negli ultimi anni da questo caffè. Frutto, probabilmente, dell’imbarazzante quantità di premi razziati dall’azienda, collocata sulle montagne di Huehuetenango, in Guatemala.

Coltivato a oltre 2000 metri di altitudine, il caffè passa attraverso le maglie rigide del “Peak Performance Process”. Un lungo e macchinoso processo che prevede la selezione e la separazione manuale dei chicchi. Quindi la macinazione e la fermentazione. E da ultimo l’ammollo in acqua. È così che il caffè sviluppa il corpo robusto e il sapore, dolce e complesso.

Oltre al sapore e agli aromi, anche il prezzo di questi caffè è unico. Oggi vogliamo presentarvi 10 tra i migliori caffè migliori del pianeta, di sicuro i più costosi. E mentre un paio, come il Kopi Luwak o il Jamaica Blue Mountain, non sono sconosciuti agli appassionati, gli altri, spesso coltivati su microscopica scala, si conoscono meno.

Prezzo: sui 1000/1100 dollari al chilo

  1. Black Ivory Caffè

Il nome suonerebbe meno intrigante se fosse subito chiaro che si riferisce agli escrementi dell’elefante. Viene infatti ricavato in modo simile al Kopi Luwak (ne parliamo tra poco, il tema degli escrementi, ahinoi, è ricorrente).

Il processo di produzione del Black Ivory inizia con i chicchi di caffè Arabica consumati dagli elefanti nel nord della Thailandia. Da erbivori quali sono, gli elefanti apportano un enzima particolare. Inoltre, la lentissima digestione conferisce il sapore distinto e rotondo del caffè.

Il prezzo elevato dipende soprattutto dalla difficoltà di reperire i semi. Visto che gli elefanti sono soliti mangiarne la maggior parte, e nascondere gli altri in luoghi difficili da individuare.

Prezzo: sui 1000 dollari al chilo.

3) Kopi Luwak

Una notorietà esagerata, addirittura famigerata. Kopi Luwak è il caffè indonesiano tostato dopo essere stato mangiato, digerito e ehm… espulso dallo zibetto della palma, goloso dei semi della cosiddetta pianta del caffè rosso. Dunque, il processo di fermentazione del caffè non potrebbe essere più naturale, considerato che avviene all’interno del tubo digerente dell’animaletto esotico, parente alla lontana della mangusta.

Le caratteristiche aromatiche uniche del caffè non si possono riprodurre in altro modo. Per chiarezza: i semi, una volta espulsi, vengono puliti (ovviamente), arrostiti e confezionati. Le note aromatiche confermate anche dagli esperti italiani che lo hanno provato, ormai si trova anche da noi, sono quelle delicate della prugna e della rosa.

Prezzo: tra 700 e 900 dollari.

  1. Ospina Caffè

La fondazione dell’azienda, che oggi vanta una produzione molto ampia, risale al 1835. Nel tempo, la famiglia che si è occupata della gestione (una vera dinastia, inclusi due presidenti colombiani), ha portato il caffè Ospina a essere uno dei più apprezzati del mondo.

Il prodotto di punta, coltivato come gli altri sopra i 2000 metri di altitudine negli altopiani vulcanici della provincia di Antioquia, in Colombia, si chiama Gran Cafe Premier Grand Cru. Un caffè con aroma di nocciola e profumi di albicocca, corpo vellutato e sapori di mandorle e cioccolato.

Prezzo: tra 300 e 1.500 dollari al chilo

  1. St Helena Caffè

La battuta di Napoleone è passata alla storia: “La sola cosa buona di Sant’Elena è il caffè”. L’ex imperatore di Francia usò il suo triste confino per diventare un coltivatore, visto che insieme all’arte della guerra il caffè fu una delle sue passioni.

I chicchi provenienti da Sant’Elena, isola sperduta nell’oceano Atlantico, ad almeno 2 mila chilometri dalle coste africane, sono ancora oggi prelibati. A renderli così particolari provvedono le note caramellate con un irresistibile retrogusto di agrumi. Dicono gli esperti che hanno avuto la fortuna di degustarli. Ma è evidente che l’incidenza del trasporto, alla voce costi, si fa sentire.

Prezzo: sui 220/250 dollari al chilo.

  1.   Hacienda El Roble

I 22 chili raccolti ogni anni, non un chilo di più, non uno di meno, sono coltivati in una fattoria nel sud della Colombia sotto la supervisione di un agronomo. Il caffè è lavorato mediante frantumazione, essiccazione al sole e fermentazione controllata.

La sola persona autorizzata a tostarlo è un torrefattore di Melbourne, considerato un virtuoso del settore. Dalla sua torrefazione, chiamata Proud Mary, dipendono aroma, sapore e corpo del pregiato caffè. Le note di degustazione parlano di pesca e mango, un corpo forte ma cremoso, attenuato da un un delicato aroma floreale.

Prezzo: sui 200/220 dollari al chilo.

7) Jamaica Blue Mountain

Il caffè Jamaica Blue Mountain nasce per una decisione presa da un re francese nel XVIII secolo. Nel 1723, Re Luigi XV inviò tre piante di caffè alla colonia francese di Martinica, 1900 km a sud ovest della Jamaica. Cinque anni dopo, nel 1728, Sir Nicholas Lawes, governatore della Jamaica, ricevette in dono una pianta di caffè dal governatore della Martinica. Il resto è storia…

Quella singola pianta di caffè Arabica ha permesso che il mondo conoscesse un’altra squisita varietà di caffè. Quella pianta infatti venne curata e da essa nacque una piantagione. Nove anni dopo si ebbe la prima esportazione di caffè, nonché la nascita dell’industria giamaicana del caffè.

Le piante della varietà arabica amano il terreno ricco di azoto e fosforo delle scoscese alture delle Blue Mountains. Situate a nord di Kingston, sulla parte orientale dell’isola, le Blue Mountains raggiungono un altitudine di 2350. Le piante di caffè crescono rigogliose nel fertile terreno vulcanico, bagnato da piogge regolari e, cosa ancora più importante, protetto dal sole cocente dalla coltre di nebbia dell’isola. E’ l’insieme di tutti questi fattori a consentire lo sviluppo di un caffè caratterizzato da un aroma e da una dolcezza incredibili, un corpo cremoso e lievi note acidule.

Il caffè, per poter essere chiamato Jamaica Blue Mountain, deve essere coltivato ad altitudini comprese tra i 1000m ed i 2000m nei distretti di Portland, St. Andrew, St. Mary e St. Thomas, per una superficie totale di soli 6000 ettari.

A sottolineare la sua scarsità ed esclusività, il Jamaica Blue Mountain è praticamente l’unico caffè al mondo ad essere confezionato in tradizionali barili di legno, marchiati a fuoco, invece che nei sacchi di juta.

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La produzione annuale è infatti di solo 500 tonnellate, una quantità davvero modesta per gli standard mondiali, equivalente a meno dello 0,05% della produzione colombiana. Il risultato è quello che in molti considerano il miglior caffè del mondo: lo “ champagne del caffè”.

Il nostro Blue Mountain è prodotto dalla Wallenford Coffee Company, il più grande coltivatore di Jamaica Blue Mountain e Jamaica High Montain Coffee. Si pensi che questa compagnia controlla circa 2000 ettari di terra della Jamaica Blue Mountain Coffee.

Inoltre la Wallenford è conosciuta anche per il grande lavoro di supporto agli agricoltori locali, fornendo un concreto aiuto alle loro fattorie ed alle comunità circostanti, con infrastrutture ed incentivi per aiutarli a coltivare un raccolto che sia redditizio per loro ed in grado di supportare le loro famiglie.

iamaicano cresce sulle alture vulcaniche a nord di Kingston, ad altezze che oscillano tra 1500 e 3000 metri. È la grande “montagna blu” come la chiamano da quelle parti. L’aria gelida in arrivo dal Mar dei Caraibi ritarda lo sviluppo dei semi.

Una coltivazione lunga poco meno di un anno, contro i 6 mesi necessari di solito, responsabile del bouquet aromatico ricco e complesso che ha reso famoso anche in Italia il caffè giamaicano.

Dopo raccolta e tostatura, prima della conservazione nei bellissimi barili in legno di quercia, al pari del rum dei Caraibi, il caffè assume sapori generosi in acidità, con aromi di tabacco e frutta secca. Soprattutto, si affranca completamente dal tipico retrogusto amaro che affligge troppi caffè, anche di livello.

Prezzo: sui 200 dollari al chilo.

  1. La Esmeralda

Forse ”l’hacienda” più premiata del mondo per i suoi caffè, coltivati nella regione di Boquete a Panama. Sono ricavati da una famiglia di piante antiche della varietà botanica “Geisha”, che crescono a 1.500 metri sul livello del mare.

Il prezzo molto elevato dipende da diversi fattori. L’offerta minima, addirittura razionata in alcune annate, la breve stagione della coltivazione e il costo elevato della manodopera. Ma l’aggettivo usato più spesso per descrivere questo caffè è ineguagliabile. C’è poi la leggerezza, quasi insensata vista la forza del sapore, inconfondibilmente agrumato.

Prezzo: sui 180 dollari al chilo.

  1. Finca El Morito

Altro caffè guatemalteco, come il Finca El Injerto, eccezionale nel corpo e nella cremosità. Un tipico caffè invernale dalle note di noce e cioccolato, che si adatta bene a ogni metodo di estrazione: moka, filtro, espresso o aeropress.

La particolarità del caffè consiste nella provenienza dei chicchi, che non sono monorigine, pur arrivando dalla stessa fattoria dislocata tra i 1.500 e i 2.000 metri. Proprietà del leggendario coltivatore Jose Roberto Monterroso a Jalapa, Mataquescuintla.

Prezzo: sui 1.00 dollari al chilo.

10) Finca Los Planes

Nella fattoria da 70 ettari a 1.500 metri di altitudine, che appartiene come molte altre a una dinastia familiare, si è coltivata a lungo soltanto la varietà Typica. Un’Arabica abbastanza ordinaria.

Le cose, per l’azienda di El Salvador, sono cambiate nel 1996. Quando si è passati a una produzione meticolosa di varietà più pregiate, quali Bourbon e Pacamara. Le note di degustazione, unico caso in questa lista, scomodano addirittura il mandarino. Oltre a zucchero di canna e caramello.

Prezzo: sugli 80 dollari al chilo.


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